lunedì 1 luglio 2013

La corsa, compagna di viaggio

Ecco arrivata l'estate, la stagione dei bilanci e della bilancia! Si deve organizzare il tempo libero, e, ahimé, si devono fare i conti con la bilancia, che implacabile mette a "nudo" quei chili che si sono accumulati durante l'inverno e che, con la complicità di giacche e scialli, si sono tenuti ben nascosti. Per antonomasia, l'arrivo del caldo estivo è il tempo del riposo e dello svago. Come animali invertebrati, si ha voglia di spogliarsi dalla corazza dell'inverno per ricoprirsi di sole e di colori e, perché no, dimenticarsi, se possibile, dei problemi, giusto il tempo necessario per ricaricare le "pile".

Negli ultimi tempi, però, anche a causa della crisi, le città sono sempre meno vuote e le strade sempre piene d'auto. Solo quando si vedono in giro visi abbronzati, si evince che qualcuno si è concesso un periodo di svago.
Gli esodi verso posti di villeggiatura sono sempre più spesso immagini remote. Ormai più legate al ricordo di qualche pellicola cinematografica del passato, in cui si vedevano strade deserte, silenziose, percorse dai soliti turisti che, come comparse nello scenario di una città d'arte, non smettevano mai di circolare per il centro storico. L'immagine più comune era quella di gruppi di persone intorno alle numerose fontanelle, prodighe, come "buone samaritane", a refrigerare corpi madidi di sudore ma comunque voraci di lasciarsi plasmare da tanta bellezza secolare.

I turisti continuano ad arrivare, ma in mezzo a loro si mescolano impiegati in pausa pranzo o gruppi di ragazzi liberi finalmente dagli impegni scolastici, che se ne vanno in giro per il piacere di stare insieme. Anche nei quartieri meno centrali lo scenario è cambiato: non c'è più lo "svuotamento" degli anni passati. I mercati rionali, ad esempio, sono frequentati come il resto dell'anno, le massaie tirano il carrello e sognano di concedersi qualche giorno, se non al mare, almeno in quella casetta al paese dove si ritorna sempre volentieri. No, lo scenario non è come quello di una volta, non si parla più di "ferie", di "esodo" dalle città o di "bollino nero", ma piuttosto di qualche giorno di riposo relegato ai fine settimana.

In questa cornice colloco un piccolo episodio che mi ha portato a fare una riflessione sulla corsa, considerata un'attività in linea con i tempi che viviamo. La corsa, infatti, si può considerare come un accessorio, da portarsi dietro ovunque si vada: con poca spesa, minimo ingombro e grande soddisfazione!
Andiamo per gradi, ecco come è venuta fuori la mia riflessione. Per chiudere la stagione delle gare, con gli amici podisti ci siamo concessi una serata in pizzeria. Ad un certo punto, in mezzo a loro, mi sono sentita una "mosca bianca". Man mano che arrivavano, notavo il loro colorito decisamente più scuro rispetto alle altre persone. Ho chiesto loro se erano già tornati da un posto di villeggiatura. "Macché! Vacanza? Magari!" era la risposta unanime. E l'abbronzatura? In tutti i casi mi hanno risposto che si erano abbronzati per strada, durante gli allenamenti di corsa. Ecco, è stato questo piccolo episodio che mi ha portato a fare questa riflessione sulla corsa. Molto semplice, intendiamoci, ma vorrei comunque condividerla con altri, certa di trovare l'approvazione di molti... podisti!

La corsa, effettivamente, è una delle poche attività che si può portare dietro ovunque si vada: bastano un paio di scarpe buone e una t-shirt (meglio due) per poter continuare a correre ovunque. In riva al mare, all'alba o al tramonto, quando le spiagge non sono affollate e ci si sente un elemento della natura. Per i sentieri di montagna, dove basta poco per sentirsi una persona diversa da quella che si è durante l'anno, nel quotidiano. Lungo le rive dei fiumi, dove le tranquille acque fanno da sottofondo al rumore dei propri passi. E infine lasciarsi rapire dal paesaggio ondulato delle colline, dove lo sguardo restituisce i ricordi dei momenti dell'infanzia, quando si tornava al paese dai nonni o dagli zii, e quel paesaggio naturale già da lontano significava tornare a casa, ed evocava quei profumi conservati in un cassetto della mente.

Se si è fortunati, si può trovare, anche in uno sperduto paesino, una sagra alla quale è stata abbinata una gara podistica per le vie del paese, per allietare il soggiorno e catturare il tempo libero dei turisti. Così - mentre in un angolo recondito della mente si accarezza l'idea di riprendere le corse autunnali, quelle con la propria società sportiva e con gli amici - ci si mantiene allenati grazie a queste corse rurali, esplorando nuovi territori e sentendosene parte integrante. E dal profondo si sente una voce - come una preghiera, non si sa a chi è rivolta - ma fa bene sentirle dire "grazie".

Ecco, questo, e tanto altro, fa scoprire o riscoprire il piacere di correre per le strade delle vacanze, ci si lascia prendere dalla libertà del vento. Sono piccoli miracoli, che ogni tanto accadono e appagano la mente e il fisico. È bello e consolatorio pensare di partire per un luogo ed essere sicuri di trovare lì un posto nuovo dove poter continuare a correre, come si fa nelle strade della propria città, del proprio parco. La corsa è una palestra che non chiude mai, anzi, cambiare posto da quelli frequentati solitamente aiuta a trovare nuova linfa. In posti diversi, si ricarica lo spirito e si rafforza la volontà di continuare questa attività tanto semplice quanto salutare.

Fuori l'ambiente quotidiano ci si accorge ancora di più di come la corsa sia una "cara amica", sempre al proprio fianco, che consola e appaga il nostro corpo e ci dà fiducia nelle nostre capacità.

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