Presentazione di Andrea Accorsi

"Uno non può mai conoscersi, ma solamente raccontarsi". La filosofa francese Simone De Beauvoir aveva questo pensiero nei confronti dell’uomo, visto dalla sua prospettiva esistenzialista. Ma l'uomo è anche l’insieme dei passi che all’interno di una vita lo conducono da sponde opposte e ne fanno un timoniere e un navigante al tempo stesso. Sta poi nell’uomo, per l’appunto, cercare quella condizione di "rotta", piuttosto che accettare una navigazione casuale, determinando in tal modo le coordinate del proprio viaggio. E quello che ci presenta Pupetta Greco nel suo lavoro, altro non è che una “navigazione guidata”, nell’oceano dell’uomo che adora, il marito Paolo, al quale dedica una carezza d’infinito amore, che suggella con la delicatezza, l’ansia, la trepidazione di chi ne ha condiviso ogni istante, di quel viaggio. Paolo percorre le strade del cambiamento, traghettando da una vita statica ad una dinamica che lo getta tra le braccia della corsa. E la corsa a piedi diventa la linfa che agita, che riempie, che rinnova l’animo di un uomo che muta accanto ad una donna che osserva con gli occhi dell’amore. Descriverli questi passaggi sarebbe come spiegare Guernica a chi s'appresta ad ammirala, violentando la sublimazione del gusto della scoperta. E’ una penna agile quella della Greco, ironica e saccente che si aggira tra un sentimento lapalissiano e le vicende intrise dal sudore del suo Paolo, il macinatore di chilometri. Lui che scolpisce la sua nuova vita sulle strade negli allenamenti, sulle maratone del mondo. Ci sono tanti modi per "parlare di corsa", quello che leggerete in questo lungo viaggio è "un raccontarsi" attraverso gli occhi posati sulla vita altrui. Immagine di un amore che trascende e che lascia il lettore consapevole di quanto sia grande e sempre rinnovabile questo sentimento, esattamente come lo è la corsa, la maratona. Di grande qualità, perché l’ironia attraversa queste pagine con intelligente leggerezza, sono i dialoghi che l’autrice propone tra parti diverse del corpo. Quello tra "punta" e "tacco", merita una citazione speciale.

Andrea Accorsi

Nessun commento:

Posta un commento